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Un team di ricercatori dell’Istituto Europeo di Oncologia e dell’Università Tor Vergata di Roma ha identificato per la prima volta una tecnica di screening del tumore ai polmoni e che, grazie al riconoscimento di un’“impronta” del tumore, permetterà la diagnosi precoce di questo big killer, attraverso il semplice esame dei fluidi biologici (urine, esalato, sangue). I risultati dello studio sono stati appena pubblicati sul Journal of Breath Research.

“Tutto parte dai Vocs (volatile organic compounds) composti organici volatili presenti nei liquidi biologici – spiega Roberto Gasparri, chirurgo toracico IEO e primo autore dello studio – Sapevamo da ricerche precedenti che i Vocs sono potenziali biomarcatori per il tumore del polmone, ma non sapevamo esattamente quali fossero quelli specificamente legati al cancro iniziale e quali ad altri disturbi polmonari. Ci mancavano quindi i singoli componenti dell’“impronta volatile” del cancro polmonare, fino ad ora individuata esclusivamente con il “naso elettronico”, una tecnologia in grado di rilevare la presenza di Vocs nell’esalato e nelle urine”.

Con Tor Vergata è stato messo a punto un macchinario che, «attraverso la cromatografia gassosa e l’uso di un algoritmo di intelligenza artificiale, riesce a identificare i Vocs che compongono l’impronta volatile». Su 127 soggetti, sia sani sia con tumore, è stato possibile distinguere i pazienti con cancro del polmone iniziale con un’accuratezza dell’88%, una sensibilità dell’85% e una specificità del 90%

“Lo sviluppo di una tecnica di screening non invasiva, poco costosa e facile da eseguire per la diagnosi precoce del polmone rappresenta una delle maggiori sfide della medicina del ventunesimo secolo, per far fronte al killer numero uno fra tutti i tumori – commenta Lorenzo Spaggiari, Direttore del Programma Polmone IEO, Professore all’Università di Milano e coautore dello studio.

 

 

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